Il volume di Claudio Martinelli propone un’accurata disamina delle politiche culturali messe in atto dalla Provincia autonoma di Trento dal Secondo Statuto del 1972 a oggi.
Con l’entrata in vigore del Secondo Statuto di autonomia e di due fondamentali norme di attuazione – quella sulla tutela e conservazione del patrimonio artistico, storico e popolare e quella in materia di usi e costumi locali e istituzioni culturali – il comparto cultura assunse un ruolo più concreto nel percorso di riscatto e modernizzazione che il Trentino e i suoi territori stavano affrontando.
Tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’80 si costituirono gli assi portanti delle politiche dell’intero sistema provinciale, e l’Ente autonomo si fece propulsore di sviluppo per tutte le sue comunità, quelle culturali comprese. Fu da subito evidente che l’unico modo per trovare un punto di equilibrio fosse riconoscere l’identità plurale del Trentino, senza privilegiare zone e territori, soggetti o forme espressive, ma nemmeno senza istituzionalizzare forzosamente attività e linguaggi spontanei.
Sotto la guida di personalità di straordinaria lungimiranza come l’Assessore Guido Lorenzi e i Presidenti Kessler, Grigolli e Mengoni, il Trentino ha così potuto distinguersi per la realizzazione di avanzate modalità di intervento in particolare nel settore delle biblioteche, dei musei e del sistema della formazione musicale. Percorso da leggersi in parallelo alla costituzione di significative realtà culturali, come i musei direttamente gestiti dalla Provincia, il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e i numerosi festival.
Martinelli non manca di evidenziare che i nodi che erano presenti agli albori dell’intervento della Provincia non sono del tutto risolti e cercano risposta ancora oggi, affinché i mondi trentini della cultura possano inserirsi con determinazione nel contesto euroregionale, europeo e internazionale.